avverto tutti che la cena è anticipata ad oggi, e che non dirò solo addio io, ma anche checca, che ormai da un giorno convive con tommaso.
a presto.
passo e chiudo.
una baghina è per sempre, come i diamanti
Adoro la mia panda. Al suo interno regna un disordine e una polvere tutta campagnola, per non parlare del fango sulle fiancate e dei vetri eternamenti inzaccherati. E che dire dei ragnetti che ogni tanto scendono dal parasole davanti al mio naso mentre guido? O delle api temerarie che entrano, si arrabbiano, sbattono sui finestrini fino a quando io, materna, non le libero?
La mia panda si inerpica sulle strade bianche, rolla e slitta sul ghiaccio e sulla neve, affronta con le sue spazzoline i temporali più cruenti, rimane algida e imperturbabile ai tentativi di scasso, sopporta carichi impensabili per la sua struttura. E’ lì, davanti alla mia porta che mi aspetta paziente nelle mattine d’inverno che è ancora buio, tutta avvolta in un velo di ghiaccio, e pronta a sciogliersi al primo giro di chiave. Ed è sempre lì, nei giorni torridi d’agosto, che persino il colore della carrozzeria sembra svanire, con i suoi due- finestrini-due a dare un po’ di refrigerio naturale, senza la lama ghiacciata dell’aria condizionata.
La mia panda è semplice e forte. Proprio come le persone migliori.
Prendere tre amici veri e una panda (vecchio modello, ovviamente), portarsi in un luogo isolato e tranquillo, fuori mano, al termine di un sentiero sterrato, magari una bella radura col mare in lontananza. Senza scendere dalla macchina addentate i panini croccanti con la mortadella che avrete precedentemente preparato a casa (non eccedere con il ripieno, la mortadella va usata con prudenza e moderazione per poterne cogliere ogni volta il gusto esaltante e popolare) che accompagnerete con una birra italiana bella fredda. Lasciate pure che le briciole cadano a terra nell’abitacolo.
Dicono che l’America sia la terra delle opportunità, mi vedo costretta a confermare questa diceria, aggiungendo però che se sei bianca e bella come me è meglio!!!
A tre settimane dallo sbarco nel nuovo mondo ho finalmente trovato il tempo per scrivervi (detta così sembro molto giovane e impegnata). La verità è che New York mi ha sopraffatta, troppe cose nuove e che allo stesso tempo ti sembra di conoscere da sempre, troppe idee nella testa, troppa voglia di sperimentare, vedere, leggere, perciò anche se avrei avuto il tempo non riuscivo a concentrarmi e a scrivere!
Il mio cervello era troppo impegnato a capire questa immensa città per riuscire a raccontarla!!non che adesso abbia capito molto di più però oggi, dopo aver guadagnato i miei primi 95 dollari e mentre leggo annunci per trovare una costosissima stanza e abbandonare il divano di mio fratello, la tranquillità per scrivere è finalmente arrivata.
Perciò eccomi qui: Eleonora e
Devo dire che per il momento è stata gentile con me, nonostante le sue immense dimensioni, New York è una città decisamente accogliente. Tra le cose con cui ho dovuto fare amicizia per prima c’è stata sicuramente la “MTA New York City Subway”, la metropolitana “newyorkese” che non è semplicissima, in questo groviglio di linee c’è voluto un po’ per orientarsi, ma con le indicazioni di Luciano, una buona mappa e un’utilissima carta illimitata di corse adesso siamo grandi amiche!!
La mia amica “Subway” mi è stata vicina durante la ricerca del lavoro, immaginatevi un metro e cinquanta di belle speranze in giro tra i mega palazzoni e gli autoctoni che non so perché ma camminano tutti ad una velocità impressionante. Moooolto divertente!!!
Ad ogni angolo dovevo fermarmi per capire se stavo facendo il percorso giusto, ma alla fine sono riuscita a consegnare una decina di curriculum, gelosamente custoditi in una splendida cartellina verde speranza. Non ce l’avrei mai fatta senza la cara “Subway”, è stata lei a portarmi in giro per tutta Manhattan lasciandomi sola solo quando bisognava entrare nei ricchi grattaceli con portiere, non è un tipa molto chic non le avrebbero mai consentito l’ingresso.
Io invece ero ben vestita e pettinata, ho messo anche un po’ di trucco perché non si sa mai, e sono salita fino ad un 25esimo piano, con una ascensore talmente veloce che mentre sale ti si tappano le orecchie, Fantastico!!!
Di tanto in tanto tra un “Hi, I’m looking for a job” ed un “bay and thank you very much!”(con lo stesso accento di “Tanino”) era necessario fermarmi per realizzare che era tutto vero e che non stavo semplicemente guardando l’ennesimo telefilm. Sensazione veramente strana: sembra di riconoscere ogni angolo pur essendo la prima volta che lo vedi dal vivo!!
Ad ogni modo dei 15 resume lasciati in giro solo uno ha avuto un seguito, e non è né quello per fare la giornalista né quello per fare l’insegnante!!
Poco male, lavoro come cameriera in un ristorante italiano dell’East Village, la zona più “giovane” della città, il locale si chiama Cremcaffè e i proprietari sono molto gentili, mi aiutano ad imparare l’inglese e non gli importa che non ho mai fatto questo lavoro prima d’ora!!!
Dopo una prima mattinata di prova, ieri ho lavorato dalle 14:30 fino alle 24:00 per guadagnare i miei primi 95 dollari!!very good!!
Non è tantissimo in relazione ai prezzi esorbitanti di questo posto ma è un buon inizio, almeno mi consente di cominciare a cercare una stanza dove trasferirmi, 3 settimane sul divano di Luciano con i vestiti ancora in valigia mi sembrano veramente troppe, è arrivato il momento di spiccare il volo by my side!!
Nel frattempo prometto di tenervi aggiornati, ammesso che vi interessi!!hihihi!!!
Saluti transoceanici a tutti e GOD BLESS AMERICA!!
un grazie in particolare alla signorina livoli (quella di mike) è in assoluto lei quella che ci manda più spettatori. peccato per una sentita assenza. nessun mauro repetto, ci dispiace.